Coltivare il giardino fa da maestro

italian garden

Sul davanti della mia casa c’e’ un bellissimo albero di Callistemon. Fiorisce in primavera, ma si mantiene verde tutto l’anno, e’ indigeno di queste parti dell’Austrtalia occidentale, cresce molto bene, resiste alla siccita’ ed al caldo estivo Da quando sono a Perth sto facendo molto giardinaggio, un’avventura nuova per me.

Per i primi venticinque anni della mia permanenza in Australia, mi ero dedicata al lavoro, all’insegnamento, ed agli studi.

Da quando ho comprato questa casa, mi sto occupando molto di piu’ del giardino e sto imparando tanto dal mestiere di giardiniere!

Quando l’ho comprata, questa casa era circondata da un giardino tipo inglese con tanti fiori annnuali che richiedevano molta cura e soprattutto molta acqua.

In un Paese d’emigrati come l’Australia, osservare I giardini, e’ come leggere da dove proviene il giardiniere. Voglio dire che ognuno di noi porta dentro di se’ un’immagine del suo ambiente d’origine, della “terra da cui viene, e senza nemmeno accorgersene lo reproduce qui in Australia, nella casa e nel giardino.

Io infatti non avevo mai coltivato un giardino, ma son cresciuta in una zona rurale della Sicilia, e a mia sorpresa, mi ritrovo, con una giaredino alla…siciliana!

Quando son venuti dei miei parenti dall”Italia, a far visita, recentemente, mio cugino ha detto: non c’era bisogno di cercare il numero io ho capito subito che questo era il tuo giardino e la tua casa.

Il giardino m’insegna

Un po’ alla volta, e quasi senza accorgermene ho piantato diversi alberi da frutta, come in un vero giardino alla siciliana: limoni, limoncelli, orancio, mandarini, albicocco, diversi ulivi ed anche due melograni che al momento hanno il frutto.

Quando cresceranno tutti questi alberi, il giardino sara’ un po’ affollato, ma per adesso son belli, intendo mantenere gli ulivi bassi al confine fra noi ed i vicini. Abbiamo gia’ avuto una bella raccolta di ulive dall’albero che avevo piantato una decina d’anni fa, ne abbiamo raccolto trenta chilli, che abbiamo codniviso con degli amici, piu’ bravi di me a curarli in slamoia.

Anche i vicini hanno piantato qualche albero di ulivo ispirati dal nostro giardino.

Mi ritrovo quindi contadina, e sto imparando moltissimo dal giardino. Sto imparando non solo di giardinaggio, ma specialmente ad aver pazienza e rispettare i ritmi delle stagioni

Imparo anche a riflettere sugli atteggiamenti mentali che bisogna avere per agire in armonia con la natura: essere cosciente e presente al momento, occupandosi di quel che mi sta difronte, evitando di lasciarmi trasportare da memorie del passato, o da ansieta’ per il futuro.

A poco a poco sto piantando nuove piante indigene, che, secondo gli esperti della zona, avranno bisogno di essere innaffiate solo una volta alla settimana, dopo che si sono stabilizzate nel nuovo terreno.

Mi piace piantare semi e poi dimenticarmene ed essere sorpresa quando germogliano. Quest’inverno avevo piantato molti semi di fiorellini locali del deserto dell’Australia occidentale;, sono dei fiorellini piccoli, si chiamano “sempre vivi”, perche’ non sembrano mai secchi, a toccarli sembrano di carta, fioriscono a primavera e ci hanno rallegrato per molti mesi, son bellissimi.

house terracotta roof

“Coltivare il giardino e’ un atto di fede”, si dice, ed e’ proprio cosi specialmente in questo terreno sabbioso e con questo clima cosi arido, si deve aver fede che la Natura fara’ il suo corso e si deve praticare pazienza ed umilta’ che le cose fioriranno a loro tempo: io posso solo curare la pianticella con acqua e fertilizzante, ma non posso determinarne i tempi di crescita e di maturazione!

Coltivare il giardino fa da maestro

Queste virtu’ si traducono perfettamente nel mio lavoro: la mia metafora e’quella di chi offre un cesto pieno di frutta: sta allo studente prendere o non prenderne il frutto che desidera, mangiarlo, o no, portarselo a casa, metterlo in frigo, o dimenticarsene: il mio lavoro e’ quello di offrire e rimanere distaccata dai risultati che otterra’ l’interlocutore.

Non sta a me determinare quello/ come/ quando e quanto l’interlocutore accetta di riceve. Dopo tutto siamo noi individualmente e personalmente a determinare il nostro sviluppo, mentale, psichico e spirituale.

Tipicamente, i miei clienti ed I miei studenti, si trovano- quando vengono da me- in una fase esistenziale piuttosto critica, sia per cambiamenti di lavoro, matrimonio o divorzio, o cambiamento di carriera, o emigrazione, etc……ed hanno bisogno di una guida, e…. per via dei miei capelli bianchi, pensano di poter ricevere aiuto da me.

Per me e’ un privilegio far parte, in questo ruolo, della vita di altri, specialmente perche’ si tratta di gente a volte molto piu’ giovane di me, il che contribuisce a tenermi all’erta, ed interessata.

Mi tengo aggiornata specialmente sulle nuove metodologie e le ricerche che riguardano la plasticita’ del cervello.

L’abilita’ che noi -essere umani- abbiamo di continuare ad imparare, in qualsiasi eta’, e’ affascinante e contradice il vecchio paradigma che sosteneva che, con l’eta’, l’attivita’ del cervello andava sempre a diminuire e la memoria diventava sempre piu’ labile.

Beh! Adesso che riusciamo ad esaminare il cervello, in tempo reale, con la tecnologia del fMRI, non possiamo piu’ dire questo!

A proposito di studi, vorrei segnalare I seguenti libri che ritengo essenziali per tenersi al corrente sulle scoperte di come funziona il cervello e sulle metodologie piu’ idonee a facilitare e potenziare la memoria, e star giovani, almeno di mente!

  1. Norman Doidge, M.D. (2007) The brain that changes itself
  2. John Medina (2008) Brain Rules ( un gioco di termini: Il cervello comanda, oppure Regole per il cervello ).
  3. Jill Bolte Taylor My Stroke of Insight

Questo libro e’ particolarmante affascinante perche’ e’ il resoconto di un ictus celebrale sofferto, all’eta’ di trentasette anni, dalla stessa scrittrice, una scienziata, neuroatomista,

Sorprese del deserto australiano

Mi piace molto viaggiare, ed andare anche in campeggio, specialmente nelle zone deserte del Centro e Sud Australia. Ho studiato per diversi anni durante gli anni 70 e 80 con un gruppo di Aborigini del deserto a Sud di Alice Spring e mi sono affezionata alla contrada.

Una delle sorprese che mi ha sempre riservato il deserto australiano e’ la varieta’ di vegetazione che incontri quando vai camminando.

australian desert

La gita che ho fatto nel settembre 2014 e’ stata caratterizzata proprio da questa sorpresa.  Arrivando al campeggio mi son chiesta: E questo e’ deserto? E queste piante? E questi fiori?

Aveva piovuto quattro settimane prima della mia gita, quindi il deserto era come un giardino

E quest’albero che si attacca appena appena ad una roccia?

Amo molto andare a passeggio lungo la costa, non solo per il bellissimo oceano, ma anche perche’ nella vegetazione ci sono sempre tanti uccelli da vedere. In particolare occasionalmente si vede un’ Aquila, la Osprey Eagle, che si torva solo in Australia, lungo la costa.

nina-panorama-beach
cliff tree

mi ha fatto pensare al poeta giapponese Kenco che dice : “ La cosa piu’ importante della vita e’ la sua incertezza, ….l’incertezza fa intravedere nuove possibilita’” [Yoshida Kenkō, ‘Essays in Idleness’]

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